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Se vi state chiedendo perchè una trilogia in cinque parti, e perchè questa recensione la risposta non può che essere 42, perchè 42 è la risposta a tutte le domande. Ovviamente stiamo citando Douglas Adams che ha rivoluzionato il mondo della fantascienza, rivoltandone tutti i cliché in un opera che vede la sua ispirazione folle al servizio dell’ironia. Dal 1979 anno della pubblicazione del primo volume, “Guida galattica per autostoppisti” appunto, quest’opera iconica ed umoristica è entrata a far parte della cultura pop ed è considerata un opera di culto anche dalla contemporanea cultura geek.

urania 1980 guida galattica per autostoppistiEra il 1979 quando venne pubblicato in Inghilterra “The Hitchhiker’s Guide to the Galaxy”, il primo episodio della saga che sarebbe poi stata in cinque volumi, edito in Italia nel 1980 dalla collana di fantascienza Urania con il titolo evocativo di “Guida Galattica per Autostoppisti” (a qui tempi ogni uscita costa 1000 lire!). Da allora le edizioni si sono susseguite in tutto il mondo, ed alcune di esse sono state pubblicate anche in edizioni speciali, con rilegature particolari ed in tiratura limitata, tanto quest’opera è diventata un vero e proprio cult per almeno tre generazioni successive.

Ed in effetti quest’opera resta un capolavoro dell’umorismo britannico, entrato a far parte della cultura pop d’Albione al pari di Doctor Who, Fawlty Towers e dei Beatles, ed il protagonista, Arthur Dent è l’archetipo di ciò che ci si aspetta che sia un britannico. L’umorismo assurdo che si insinua nella narrazione è indicativo del tipo di comicità che si trova oltremanica, un umorismo che appassionò fin dai primi episodi, che debuttarono in via radiofonica nel 1978, fino a raggiungere nel 2005 la rappresentazione cinematografica con il film omonimo diretto da Garth Jennings, con Martin Freeman nei panni del protagonista Arthur Dent.

Un pò di trama, quasi uno spoiler di… Guida galattica per autostoppisti (1979)

Se negli ultimi 40 anni avete vissuto ibernati o in uno stato di “sospensione” come nei viaggi intergalattici, e quindi davvero non sapete nulla di questo libre, beh qui proviamo ad accennarne la trama, sperando di non essere troppo precisi, per evitare eccessive anticipazioni…

Guida galattica per gli autostoppisti segue le avventure di un inglese di nome Arthur Dent, la cui giornata viene completamente rovinata quando la Terra viene distrutta per fare spazio a un’autostrada intergalattica. Per fortuna (o forse per sfortuna), Arthur viene salvato dal suo migliore amico, Ford Prefect, che gli rivela di essere in realtà un alieno rimasto intrappolato sulla Terra negli ultimi 15 anni. I due riescono a salire su una delle navi Vogon, ma vengono rapidamente espulsi nello spazio profondo dalla cui deriva vengono salvati da un trio davvero stranamente assortito: il mezzo matto Zaphod Beeblebrox, il suo socio Trillion e l’androide paranoico Marvin.  Arthur si ritrova  quindi a intraprendere, suo malgrado, una missione su un pianeta leggendario noto come Megrathea, una sorta di fabbrica di mondi in cui vengono creati pianeti su misura per clienti facoltosi. Lungo la strada incontreranno topi senzienti, un capodoglio molto improbabile e il significato piuttosto deludente della vita.

Adams eccelle nel creare un mondo, o meglio un universo, totalmente stravagante e imprevedibile, pur riuscendo a mantenere la trama e l’intreccio narrativo su dei binari “logici” da permettere al lettore di interessarsi ai personaggi e poi di affezionarvici come fossero di famiglia. La maggior parte dei momenti umoristici sono chiaramente satirici nei confronti dell’etnocentrismo umano. Adams afferma esplicitamente che gli esseri umani non sono gli animali più intelligenti della Terra, figurarsi della galassia…  poi nel rappresentare la civiltà Vogon, chiunque sia stato anche solo una volta nella vita in un ufficio pubblico, potrà riconoscere la miopia e la stupidità della burocrazia portata al parossismo. C’è qualcosa in questo universo bizzarro che ci trascina a continuare la lettura, passando agli altri volumi della trilogia in cinque parti.

… continua … Ristorante al termine dell’universo (1980)

Il secondo capitolo della saga è Ristorante al termine dell’Universo (The Restaurant at the End of the Universe – 1980), ed è proprio qui che i protagonisti introdotti nel primo volume si trovano a cercare la “risposta fondamentale” alla domanda sulla vita… ma ovviamente quando tutte le questioni relative allo spazio, al tempo, alla materia e alla natura dell’essere sono state risolte, rimane solo una ultima domanda: “Dove andiamo a cena?”. Il Ristorante al termine dell’Universo offre l’esperienza gastronomica definitiva e, per una volta, non c’è da preoccuparsi del giorno dopo.

… continua … La vita, l’Universo e tutto quanto (1982)

Dal terzo romanzo della serie “La vita, l’universo e tutto quanto” (Life, the Universe and Everything – 1982) lo stile cambia leggermente, e l’intreccio è un pò meno caotiche che nei due volumi precedenti. Questo perchè è da questo momento che Douglas Adams scrive per davvero un romanzo, considerando che i primi due erano stati pubblicati quale adattamento narrativo della versione radiofonica andata in onda a puntante nel 1978. Ed ecco la trama…

In seguito a una serie di incredibili catastrofi, Arthur Dent si ritrova a vivere in un grotta miseranda in una specie di Terra allo stato preistorico. Tuttavia, proprio quando pensa che le cose non possano peggiorare, improvvisamente (ed ovviamente, aggiungeremmo noi) lo fanno. Un vortice nel continuum spazio-temporale fa atterrare lui, Ford Prefect e il loro divano volante nel bel mezzo del campo da cricket di Lord’s, appena due giorni prima che il mondo venga distrutto dai Vogon. Sfuggiti per la seconda volta alla fine del mondo, Arthur, Ford e il loro vecchio amico Slartibartfast si imbarcano (con riluttanza) in una missione per salvare l’intera galassia da robot fanatici. E tutto questo, tra l’altro, restando in vestaglia da camera, come se stesse ancora sul divano…

… continua … Addio, e grazie per tutto il pesce (1984)

Il quarto romanzo dalla saga “Addio, e grazie per tutto il pesce” (So Long, and Thanks for All the Fish – 1984) è quasi interamente incentrato su Arthur Dent che dopo aver incontrato Fenchurch, la donna dei suoi sogni, tornano sulla terra per cercare di capire come rendere il mondo un posto buono e felice. Convinti che il segreto si trovi nel messaggio finale di Dio alla sua creazione, i due vanno alla sua ricerca. E, in una drammatica rottura con la tradizione, lo trovano davvero…. Il titolo deriva dal messaggio lasciato dai delfini al momento dell’abbandono della terra, prima che questa venisse “demolita” per far posto all’ormai famosa “autostrada galattica”.

Si tratta secondo alcuni del peggiore dei cinque romanzi di Adams, forse perchè manchevole di tutti quei bizzarri personaggi a cui ci siamo tanto affezionati nei capitoli precedenti della saga; mancanza a cui non riesce a sopperire la nuova arrivata Fenchurch, che risulta ai lettori piuttosto estranea, quando non addirittura antipatica!

… continua … Praticamente innocuo (1992)

Il quinto (ed ufficialmente ultimo) romanzo è “Praticamente innocuo” (Mostly Harmless – 1992), le due parole con cui sulla “Guida galattica per autostoppisti” è indicato il pianeta terra (anche qui una satira sull’etnocentrismo umano). Qui Douglas Adams non si limita a chiudere la trama della serie, ma anzi sembra rilanciare trovando l’inventiva per introdurre nuovi personaggi e nuove avventure. Ed infatti Arthur Dent dopo essersi stabilito sul piccolo pianeta Lamuella dove ha aperto un chiosco per panini, viene travolto dall’arrivo inaspettato di sua figlia. Non c’è niente di peggio di un adolescente frustrato con una copia della Guida galattica per gli autostoppisti in mano. Quando la ragazza scappa, Arthur la insegue deciso a salvarla dagli orrori dell’universo. Dopotutto, pensa di averli incontrati già tutti… ma sarà davvero così?

Ricordiamo che Eoin Colfer ha pubblicato nel 2009 il romanzo intitolato “E un’altra cosa” (And Another Thing), sostanzialmente il seguito di “Praticamente innocuo”.

Conclusione (?)

Tutta la saga di Guida galattica per autostoppisti resta unica nel proprio genere. Nasce come una serie radiofonica, diventa prima un romanzo bestseller e poi una trilogia in cinque parti, nel mentre passa per il piccolo schermo con delle serie tv che vi si ispirano più o meno esplicitamente, diventa un film nel 2005 e trova in Eoin Colfer un epigono con il romanzo “E un’altra cosa”. Infine non possiamo dimenticare il Towel Day, un raduno degli appassionati di tutto il mondo di questa saga che il 25 maggio di ogni anno girano in strada con un asciugamano, in ricordo del primo raduno che si tenne il 25 maggio del 2001, per onorare la morte di Douglas Adams, scomparso per aritmia cardiaca il precedente 11 maggio.

Non possiamo che concludere consigliandovi questa lettura dicendo: “DON’T PANIC

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